Mostra personale

Bergamo Alta

dal 19 giugno al 11 luglio 1999

Il Respiro di un Pomeriggio

In queste ore di fine gennaio, di mattina molto presto ripenso a tante cose che non ho voluto e non voglio dimenticare.

E se c’è un Dio, lo avverto proprio adesso, sento il vento che sfiora le mie ali, atterra sulla mia memoria, mentre un punto fermo è il mio respiro ribelle, il mio sguardo da lucertola, di gatto, di qualsiasi animale veloce.

Alla luce dei miei anni, sento che mio padre ora esiste come un colore vivo e non ha più bisogno di chiamarmi, di sorridermi perché io mi accorga di lui che adesso respira in un altro sole.

Il lavoro, le piccole cose l’avevano inghiottito, ma io so che tutto questo, come le religioni, non va al di là dell’orizzonte, e mio padre che con gli occhi spenti non era cambiato, da corpo di sangue si era fatto colore, un tralcio di vite, una nuvola fra mille che perdurano nei miei sogni.

Questi colori mi abbagliano ogni mattina, ogni stagione la campagna ne è piena e i sorrisi paterni continuano a vivere negli azzurri intensi, nei rossi, nei toni caldi sotto al sole.

Ora che la sua buona stella è caduta, forse su queste colline e la notte ha alzato il sipario nella valle dei santuari transita silenziosa una cometa, io mi ritrovo dove sempre dove c’è un fuoco che arde, dove l’armonia quella passata e quella futura incontrano immagini e sensazioni.

Ricordo quando la prima neve cadde a fine aprile, quell’aprile mi fermò il sangue, il respiro di un pomeriggio si arrese,mi oscuro le stelle degli occhi, mutò il mio modo di vedere le cose.

Siamo noi gli appassionati echi dei nostri padri, le loro voci ,i sussurri, i gesti,il loro timido dolore.

Domani la luna cambierà, avrà leggeri soffi di piuma, il tempo infinito, le grandi luci dipingeranno ancora sorrisi giorno dopo giorno di mattina molto presto.

A mio padre che non mi ha mai ostacolato, all’ala del  suo sorriso.  

Cesare Ravasio Gennaio 1999

 

…Un’ultima considerazione,forse per eccesso di campanilismo:

nella mostra di pittura si poteva dare un piccolo spazio per il nostro già grande Cesare Ravasio.Se in futuro il comune di Ambivere sarà menzionato nella storia,lo sarà per il talento pittorico e poetico di questo nostro concittadino e non per i fautori di quello scempio paesaggistico quale si sta rivelando la nuova palestra. Invitare uno che si ispira a Cesare Pavese e che nelle sue opere ritrae figure di emarginazione sociale dello scorso e del grande Maestro Pellizza da Volpedo era pretendere troppo dalle meningi di chi coltiva progetti di deprecabili sviluppi urbanistici,con la costruzione,in pratica,di quartieri dormitorio…”

Sono alcune affermazioni contenute in una “Lettera aperta”di “Un gruppo di cittadini di Ambivere” in data 9-11-98…Al riguardo voglio precisare quanto segue…

Esiste un luogo che conosco e mi è quasi sconosciuto, ci camminavo da ragazzo e credevo fosse tutto il mondo, sapevo dei ruscelli le tane di lepre, le sorgenti più sperdute. Ma da diverso tempo a questa parte ho capito che non è così, e anche se queste colline sono nelle mie radici profonde, io credo di non abitare in questo luogo, di non sentirlo più mio come al tempo in cui respiravo, lo amavo, ci giocavo con i miei compagni e osservando una gabbia vuota sapevo già allora che non era solo uno sportello aperto, ma una vita in libertà.

In verità un invito c’è stato…

Un invito da esporre le mie opere in occasione dell’inaugurazione del nuovo Centro Socio Culturale di Ambivere, mi è stato rivolto diversi mesi prima da un consigliere, e se anche dal signor Sindaco non ho ricevuto nessuna richiesta ufficiale e scritta, è perché probabilmente quest’ultimo intuiva già che la mia risposta sarebbe stata negativa: “un no grazie ! ”.

Il Sindaco mi ha letto nel pensiero, come nelle precedenti occasioni del resto, sia per esposizioni personali che collettive. E’ difficile fare qualche cosa in questo paese, per piccola che sia (con tutto il dovuto rispetto a chi ci vive) e se penso a quei cittadini che hanno scritto la sopra citata lettera aperta, nonostante ne sia lusingato, devo però precisare che non è nelle mie intenzioni fare mostre ad Ambivere. Semplicemente mi piace pensare a loro, a questi abitanti, a coloro che respirano dove c’è sempre il sole, vivono con me alla luce di una nuova idea, affacciati, incantati alla finestra aperta sul mondo e sull’anima. L’idea di una esposizione in paese è una cosa lontana, troppo lontana dal mio modo di vedere le situazioni, è agli antipodi delle mie strade.

Io che vivo altrove e in un’altra dimensione, abito in altri orizzonti ; questo paese è per me un vestito troppo stretto, e scusate la presunzione, credo che Ambivere non abbia bisogno di me, nemmeno della mia pittura e tanto meno io di Ambivere. Sono sintonizzato su altre frequenze, và benissimo così, non mi è dispiaciuto affatto il non essere stato presente all’esposizione, è stata una mia libera scelta, e uno spiacevole malinteso.

Ci saranno altre lune, forse mille giorni più in là, e verrà il momento in cui anche le più piccole sfumature avranno il loro vero valore. Grazie comunque agli autori di questa lettera aperta ci incontreremo in chissà quale contesto, intanto continuo a giocare con i colori e con i segni a matita, per me e per voi ; e dopotutto mi piace sapere che qualcuno c’è e che nulla è vano in questo luogo, in questo paese che purtroppo a volte mi sforzo di capire e amare ancora come un tempo…!

                                                     Cesare Ravasio Gennaio 1999  

 

 

Il mio io mi aspetta in Andalusia ; non volle ripartire l’ultima volta, mi attende seduto su uno scoglio di Nerja, sulle ripide gradinate di Salobreña, in un caffè di Marbella, sulla cresta di un’onda. Mai stanco, il mio io ha sempre parole buone e feroci che trafiggono il cuore come le chitarre di flamenco e il magico sole di questa terra, che ti avvolge e ti rapisce con le sue ombre e i mille colori!

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Le cose cambiano…

Inseguire un taglio di luce, fotografarlo con la memoria, renderlo immortale, colorato.

Frigiliana es un lugar, un pueblo en la Costa del Sol.

Puoi bussare a tutte le porte,ogni finestra che si apre ti regala un sorriso, agli angoli delle case il sole accarezza i gerani nelle anfore. Le cose cambiano, mi accorgo che il sole, la luna e i sorrisi abitano davvero in Andalusia!

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Assieme a te Toledo è ancora più bella.

Il prezzo di un’emozione, due rose, un sospiro, candide stelle nelle calli luminose, leggeri soffi di nuvole e ho scelto te. Donna di rugiada con il profilo andaluso e il sole nella piega del sorriso. Ho trovato te, pelle di luna, corpo sottile che si lascia assaporare. Ho voluto e voglio te, anche in questa notte profonda in cui Toledo è ancora più bella!

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Incontrai sorrisi quel mattino uscendo dal Corte Ingles ; vidi la stella cadente di Malaga, la scia, il riflusso di un’onda, un amore dai capelli neri gitani, passi di danza, chitarre nell’azzurro cielo di Andalusia!

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Molte sensazioni ebbi sulla spiaggia di Calahonda!

L’amico pescatore mi invitò nelle sua casa, un angolo di roccia dipinta di bianco a pochi metri dal mare. La casa bianca addossata alla montagna, le porte azzurre, gerani e agavi per dipingere tutto questo. Sentii un vento salato corrermi sulle labbra, il sole abita qui dove di notte le cose cambiano: la falce di luna e Carmen portano una collana al collo!

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Dalla torre della Vela l’orizzonte arriva fino alla Sierra Nevada.

Se abbassi lo sguardo scopri la città di Granada, la bianca città che tante volte hai contemplato e dipinto. Ora dal Generalife, tra un cipresso e una rosa, tu la osservi, la colori dei suoi colori.

L’amico Marcos ti indica una linea nel cielo, ma è ancora presto prima del mio aereo.

                              

                                       Cesare Ravasio Ottobre 1996

 

L’ala del Tuo Sorriso

Quando la vidi venirmi incontro con l’ala della sua eleganza, sorridermi e farmi domande, allora io non conoscevo il suo nome, non sapevo nulla di lei, da dove venisse. Alicia, con il frutto del mango e della chirimoya tra le mani, mi chiese se ero straniero, se alloggiavo in quell’albergo ; le risposi di si, ma tutto sommato io sapevo che in quell’incantevole posto di mare mi sembrava di viverci da sempre,da quando i miei giovani sensi pulsavano appena.

Non fui mai solo in quei giorni di permanenza a Nerja, perché ero con me stesso, con il sole e in più avevo sempre amici con cui dialogare.

Appoggiato al muro tinto di bianco abbagliante della casa dell’amico pescatore, guardavo il cielo, la luce di questo angolo di Andalusia e pensavo a tante cose, mi sentivo un altro,conoscevo a memoria tutti i fiori,i sogni, il disegno,il loro colore.

Avevo con me tutto il mondo,nel mio studio in riva al sole splendeva un cielo negli occhi che ora indosso!

La ragazza di Frigiliana, mi offrì quel mango, i suoi capelli neri, i suoi denti splendenti, mi regalò l’ala del suo sorriso, la chirimoya si univa alla sua dolcezza,mentre il Mediterraneo scolpiva le sue onde…!

La calle Garcia Lorca, coloreaba con sus geranios nuestra historia, Joaquin Sorolla, pintaba sereno con Josè Benlliure el arco iris en el horizonte y todas las sensaciones que nos acarician!

Dimmi Alicia ora dove sei,in quale estate tu respiri, se porti ancora tra le mani quella frutta andalusa, che si lascia trasportare, viaggia con il tuo lieve scorrere, il tuo occhio tra i mille sapori e profumi.

Sarai sempre tu ovunque fermerai il tuo passo, la pupilla blu cobalto accenderà anche le stelle più lontane, sarai sempre tu perché abbiamo tutti quel respiro, quell’angolo di sole, qualche ruga nell’anima…!

Tutto questo resta dentro di me, è già oltre l’ala del tuo respiro, oltre ai miei silenzi che tu amavi, adesso che viaggio,cammino lentamente verso Malaga…!

    

     Alla ragazza di Frigiliana, ai giorni, alle notti di Andalusia.

                                            Cesare Ravasio Ottobre 1998  

 

Quando chiesi a Mary Luz perché mi avesse portato sulla spiaggia di Calahonda, non disse nulla. Con i suoi grandi occhi neri, il suo ciondolo di pietra bianca al collo, solo un sorriso, un piccolo gesto mi regalò. Fu proprio questo che mi fece rimanere, mi legai felice e stregato a un lembo di costa andalusa…!

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La ragazza andalusa me hacia compañia contandome de sus amores lejanos y imposibles.Volle venire con me quel pomeriggio in cui le regalai un fiore di bauladre. La ragazza gitana mi avrebbe distolto dai miei pensieri, dai miei colori ed è per questo che temperando la matita le dissi un no deciso, senza inventare scuse,senza darle spiegazioni…!

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Furono molte le stelle cadenti quella notte a Malaga, così tante che non le potevo più seguire. Cercai la scintilla, la fiamma del domani nel fard di Mary Sol; amai la sua eleganza nel chiedermi spiegazioni, certezze. Ma nella notte andalusa, le stelle cadenti nei suoi occhi furono l’unica cosa vera e sublime…!

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Mi fermai a Guadix dopo tante ore di strada in direzione Granada; la gente abita in bianche grotte: las cuevas de Guadix. Facevano girotondo attorno a me le donne e i ragazzi. Io con il mio sombrero andaluso, mentre disegnavo, sembravo uno spagnolo, uno di loro. Caballero, mi chiamavano in quei giorni…alcune donne mi invitarono nelle loro bianche cuevas, chiedendomi gentili: “Quieres tomar algo Señor? Un poco de Jerez?Un vaso de agua?Una ceveza?”. Io sorridevo ammirato per la loro cortesia…! Soggiornai qualche giorno a Guadix. Dopo aver ultimato i disegni lasciai i nuovi amici e quel poco di Jerez nel bicchiere…!

Ripresi il cammino in direzione Granada, città dei melograni…!

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Le sue stagioni fatte di sottili respiri, di prime luci dell’alba, dolce e silenziosa come un tramonto. Lei ballerina di flamenco, elegante nel corpo e nell’anima…! Le baciai la mano e svanimmo leggeri in silenzio, dispersi fra le sue strade e i miei segni a matita…!

Fu così che Soledad ritornò in Almeria.La sua stagione finì, terminò una notte in un patio andaluso. Lei chiuse il ventaglio e i suoi sogni rimasero segreti…!

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Altri dipinti, diversi colori rivivrò. Ma nei colori di questa vita mai più incontrerò un amico come Bruno Rusconi: personaggio esemplare, paradigma di amicizia schietta e solidale; sopravvissuto alle inondazioni della mente dei mass media. Un perno di mille idee sublimi che ci girano intorno e ci avvolgono con la vitalità delle cose che uniscono. Bruno, che pensa con la propria testa, la sua ruota è sempre controvento. Bruno, la tua amicizia vive sempre nel mio sole proiettata negli anni a venire, presente nei giorni limpidi e tempestosi…!

                                                   Cesare Ravasio Ottobre 1996

                                  

…Capiterà anche a te di ritrovare nelle tasche della tua libertà quelle sfumature, quei fuochi, gli arcobaleni, i respiri, i suoni, i temporali che intensamente ho vissuto, amato e assimilato. Succederà in qualsiasi luogo nell’istante più impensato, negli occhi di chi incontri, se saprai leggere dentro ai pochi occhi rimasti…! Loro continuano a vivere nella colonna sonora, sul lieve scorrere della mia vita. Questo lavoro contiene, abbraccia tutte le passioni, gli attimi ineffabili, i frammenti, gli accordi delle cose più vere, più limpide, che a mio avviso sono il cibo dell’anima. Grazie ai miei solari amici per essere tali e per essermi al fianco in questo e tanti altri viaggi ancora. Grazie alle mie dolcissime Muse per essere le amorose ispiratrici, insegnandomi tante incantevoli cose…!

Gracias a la vida…por la elegancia espiritual legata a questa magia che continua imperterrita a navigare sul mio azzurro e che ha acceso queste sensazioni e gli stati d’animo che ho fermato con i colori e con la stilografica, una notte, un mattino, un giorno qualunque o un giorno speciale…!

                                                               Buon viaggio!

                                                         Cesare Ravasio Maggio 1999