Mostra Personale

Centro Culturale del Collegio di S.Alessandro

BERGAMO

16 aprile - 7 maggio 1989

I Kilometri della mia mano

… Sono le parole, quelle impigliate fra i denti; i nostri perché. È la mia maledetta voglia di fare, questo personale stravivere, sono spaccati di vita, con gli amici che sanno volare, quelli andati, futuri, e attuali.

I Kilometri della mia mano, sono i miei anni, l’impegno, il lavoro, i sorrisi che ho dato, le nebbie incontrate.

Le fotografie che non ricordiamo più, è glicine che sfiora la finestra, una luna che ti entra dal camino; siamo tralci di vite e fantasia che bussano alla porta.

Piccoli istanti rubati, ogni sguardo raccolto, il sapore che hai sulle labbra, è svegliarsi un mattino con la neve o con il sole. Sono treni che non ho mai preso e visto andare, i compleanni e le feste non festeggiati; è questo tempo che non ha tempo, la voglia di essere e non di sembrare...!

I kilometri siamo noi che non siamo più noi, che cerchiamo ancora, vogliamo stelle da guardare, vogliamo amori e poi amori da amare.

È questo aprile che stà per cominciare dietro le notti che ho cullato a pensare, siamo i lampi all’orizzonte quando il cielo viene giù.

Le lunghe sere d’estate, dove la brezza e le ore non ci riguardano...!

Sono luci gialle delle vetrine, è una storia finita in un futuro volato via; siamo le spiagge che ci portavano lontano.

È una gondola, e le lune che non nascono a Venezia, dietro stelle così distanti, ogni bacio baciato, i tuoi gerani tuffati in un tramonto...!

I kilometri sono il bianco della neve che vince sul nero della notte, è la nebbia che ci passa sopra, o un fuoco che non è mai cenere.

Siamo l’ora del té, che spacca i giorni a metà, trascorsi dove niente e tutto si è preso sul serio... sono quei tuoi pochi minuti chiesti, il tuo primo giorno d’asilo, per un gioco breve breve...!

I kilometri della mia mano sono questo e altro...!

Buon viaggio.

                                                              Cesare Ravasio

                                                                 Gennaio 1989 

Il linguaggio che Cesare Ravasio usa è costruito su una forma di simbolismo tendente ad esprimere idee e pensieri del mondo invisibile dello spirito. Un mondo tutto particolare dove l’artista ci rende partecipi e ci coinvolge. Segni, figure, animali e personaggi che rappresentano la cultura e il pensiero di Ravasio, attraverso una concezione morale ed ideologica in una sorta di sfrenata allegoria.

La sua arte, oltre che letta, va indagata capendone i momenti di ispirazione che l’Uomo artista riesce con capacità creativa a tradurre in poesia. La particolare luminosità rivela una sapiente padronanza del colore (che ha un ruolo primario nella pittura di questo artista); le tonalità dei grigi, dei rosa, dei verdi e degli azzurri sottolineano la particolare capacità di espressione attraverso colori e sfumature.

Ma è il disegno che dà maggior arricchimento assieme all’impostazione strutturale in tutta l’opera pittorica. Le linee eleganti dei volti e dei drappi rendono la grazia e la qualità di questa pittura assai singolare e significativa. Dove lo scopo è quello di svelare il mistero arcano, del labirinto dell’inconscio e di tutto quanto l’uomo sente e nasconde dentro di sé. Infatti l’uomo è la costante presente nelle tematiche trattate dal Ravasio attraverso tematiche di vita comune oppure attraverso giochi di luci e ombre che rendono magiche le atmosfere dei paesaggi.

La capacità e la vitalità dell’autore sono come quel “sacro fuoco” dell’arte che non si spegne mai. La tecnica, le capacità operative e le tematiche trattate fanno della pittura simbolistica ideologica figurativa di Cesare Ravasio un punto di integrazione e simbiosi tra natura, poesia e simbolismo:ottenendo, così, una trilogia che ben esprime il senso, la bravura e la cultura di questo pittore. Dove il sentimento come una sorta di cabala e di magia rende il lavoro particolarmente romantico e poetico”.

                                                                           Pierangelo Giavazzi

                                                                           1989

 

Che l'attività di un pittore si possa misurare in kilometri è invenzione che Cesare Ravasio ha scelto per titolare la sua mostra presso il Centro Culturale S. Alessandro. Dichiarata allegoria di un viaggio, e di un itinerario volutamente effettuati al di fuori dei soliti, seri o seriosi, percorsi della cultura figuarativa e della sua comunicazione.

L'autoironia di Ravasio ci segue ancora e ci introduce nella lettura dei suoi dipinti,come se ci invitasse ad uno di quei giochi, in voga un tempo, nei quali si puntava a un traguardo, casella su casella, dopo aver gettato i dadi. Tappe di questo gioco diventano le tele esposte, a ciascuna delle quali il pittore ha dedicato l'intensità che si riserva alla prima o all'ultima delle esperienze possibili, o piuttosto all'unica che la vita dovesse concederci:" Il trucco veloce di una stagione, Dietro la maschera, Gioco di cuori, Nuova migrazione, La luna nel sole, nel cuore dei mattini, All'imbrunire prima delle stelle."

Può sembrare strano che la giovane età del pittore sia già carica di così pulsanti ed originali riflessioni: ma risulta naturale, se si vengono a conoscere la precoce attività pittorica di Ravasio, la sua passione nel cimentarsi in introverse prose poetiche, le sue intense frequentazioni musicali, la sua insistenza nell'affrontare i problemi sempre per il loro lato più impegnativo e anticonvenzionale.

Queste consuetudini di vita lo hanno avviato a una pari severità nella ricerca di un " suo " segno, del " suo " colore, della " sua " tecnica.

Il raggiungimento di queste evidenti abilità sono" i kilometri " cui allude Cesare Ravasio: una tecnica di sicura intenzione nel disegno; un colore" liquido " dal sottile e intrigante impatto emotivo; un senso della luce, condotta a sferzate o a ricami, secondo necessità; una libertà di temi e di invenzioni, che traduce un immaginario che ci è familiare, in inedite, sorprendenti e nuove, aggregazioni.

Come si potrà vedere,convivono nei suoi dipinti espressioni di raffinata grafica e brani di profonda cultura coloristica: la sintesi avviene su un piano di fondo in cui,una particolarissima preparazione ad andamento e segno geometrici, raccorda in unità i racconti e le allegorie del pittore.

Alla fine del gioco, la vincita consiste nell'accorgersi di aver saputo osservare con " occhio nuovo " la realtà; e di poterlo ancora fare con questa libertà ogni volta che tra noi e la vita occorresse il filtro di una lettura simbolica.

                                                                               Fernando Noris

                                                         Gennaio 1989

 

...Sono già trascorsi nove anni dal primo corso di disegno e pittura che tenni presso la sede dell’Unione Artigiani di Bergamo… di tanti miei allievi, alcuni si sono persi per strada, alcuni di loro hanno virato per “altri paradisi”, per altre situazioni, lasciandomi la loro ricchezza, il loro modo di esprimersi sia pittorico che umano…

Questa ennesima mostra, nella prestigiosa sede dell’ ex Ateneo di Lettere ed Arti in quel di Bergamo Alta, raccoglie alcuni lavori eseguiti nell’anno 2004-2005 suggellando ulteriormente questo nostro stare insieme, il culto di ritrovarci tra i colori e piacevolissime serate ricche di ironia…

All’esposizione sono presenti le opere di dodici artisti, che manifestano il crescere progressivo della loro arte pittorica e della qualità che la nostra iniziativa è riuscita a meritarsi nelle precedenti edizioni.

Chantal Ghiroldi: con la sua innata e meticolosa pazienza, ci regala luce e poesia in tutte le sue opere...!

Gian Mario Zana: il suo estro creativo stupisce sempre con i suoi temi pittorici in cui ama inserire i ritagli del passato e di memoria per superare il senso di spazio e tempo...!

Claudio Breno: alle prese con nuove originali idee da sperimentare, un vulcano di creatività dipinta con l’analisi pittorica che ha tutte le carte in regola per un plauso...!

Angelo Noris: virtuoso dei colpi di luce che creano atmosfere ed incanti...!

Irma Scherini: lentamente e dolcemente sa far scaturire dal colore tutta la sua sensibilità, tutte le sue emozioni inconsce...!

Nori Bagioli: che pazientemente cerca la luce in paesaggi e soggetti dell’anima...!

Erica Duccini, Giovanni Zenoni, Sabrina e Lucia: con le loro opere e disegni tenui, rilassanti, alla ricerca dei colori del sogno e della fantasia...!

Queste alcune delle tante, grandi cose che la vita ci regala, ma in cambio ci sottrae più cose di quanto noi crediamo…e questi “RAGAZZI DELL'ARCOBALENO ”, con i loro “sms” colorati e con il loro impegno pittorico, ci aiutano, a modo loro, a capire meglio, a soffermarci un po’ di più sulle piccole sfumature di tante vite…!

Buon Viaggio.                                                            

Cesare Ravasio

                                                                 2005